Questo è un assaggio della mia autobiografia:
...In più come se non bastasse ero instancabile e non esisteva per me dormire dopo pranzo, l’unico modo per placare la mia esuberanza era mettere alla radio la stazione che trasmetteva solo il genere musicale del momento: liscio, allora prendevo le scarpe di mia mamma con i tacchi rigorosamente, li adoravo già dall’ora, alcuni scampoli di stoffa che con spillini e annodamenti vari facevo diventare i miei abiti da ballo, iniziavo così a ballare per tutta la casa da sola immaginando di avere un cavaliere al mio fianco, e per concludere in bellezza, facevo il mio defilè, ad ogni cambio d’abito, nella stanza dei miei, che negli armadi avevano degli specchi enormi!
E’ comprensibile che mi chiamassero “Pippi calze lunghe” e “Gian burrasca”!
AH…un altro particolare che dimenticavo di raccontarvi è che rispondevo ai vicini di casa per difendere imiei genitori, non sopportavo come si facessero trattare e quindi ci pensavo io, ad esempio non era strano sentirmi dire: non si permetta di trattare così il mio papà…
Ma non è tutto, avevo la lingua tanto lunga che per litigare io davo botta e risposta come se nulla fosse mentre le mie antagoniste venivano consigliate dalle mamme!
Che caratterino!
...Poi iniziai ad andare alla scuola elementare che era molto vicino a casa mia, cosi volli andare da sola, anche perché mia madre andava a lavoro troppo presto e non volevo andare con mio padre. Lui mi accompagnava già all’asilo che era lontano perché, da quello precedente, che stava vicino alla scuola dove lavorava mia madre, mi annoiavo così tanto, che appena vedevo le suore distratte, scavalcavo il muretto di cinta e scappavo per andare dalla mia mamma.
Pensate che aspettavo che passasse il carrellino con gli zainetti, dopo di chè mi avvicinavo al muretto dicinta, che aveva i mattoncini messi tali che i miei piedini stavano benissimo in quei bucchetti, facevo finta di annusare i fiori fino a quando ero sicura di poter scappare senza che le suore se ne accorgessero!
Questo scherzetto lo feci talmente tante volte che mi dovettero cambiare asilo!
In questo anno ricordo che i miei mi regalarono la cameretta: la ricordo ancora, color legno naturale, era composta oltre da lettino singolo, da una scrivania accessoriata di libreria al fianco al quale si ergeva un armadio a due ante.
Vi starete chiedendo come mai io racconti un fatto così banale ma aspettate un attimo e capirete che così non è.
Infatti, dovete sapere che ero proprio una bambina spericolata, pensate che spesso salivo nella scrivania tramite la sedia, usavo la libreria come una scaletta per accomodarmi sopra l’armadio.
Lo scopo principale era quello di sfuggire ai rimproveri di mia madre, che ovviamente ci mise un po’ ascoprire questo nascondiglio. Ma non bastava!
Come ogni adulto, anche i miei genitori erano soliti mettere nei posti più alti le cose che non volevano chei bambini non toccassero, ma secondo voi io mi lasciavo scoraggiare?
Niente affatto! Ebbene ero solita arrampicarmi spesso e volentieri anche nella credenza con immensa preoccupazione e ansia dei miei!
Per non parlare di quando si andava a fare la spesa, avete presente il passaggio nel quale si fanno scorrere i carrelli, bé io mi dondolavo e appendevo come una scimmia da circo e pensate che i rimproveri dei commessi mi placassero? Niente affatto! Testarda come ero!
Ah... notate nello sfondo della foto, ci sono i mattoncini, quelli che scavalcavo per scappare da quell'asilo e andare dalla mia mamma!
A questo punto mi pare appropriato il video di Pippi calzelunghe!
Ma non ci sta male neppure la canzone che più adoravo da piccola: The final countdown
Certo che oggi come minimo mi avrebbero imbottito di psicofarmaci!