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giovedì 22 novembre 2007

Forma astratta

Questa è una forma astratta che ho realizzato col tornio.
Per chi non avesse idea di cosa possa essere un tornio, e magari ha visto almeno una volta il film Ghost, è quello strumento che gli attori principali hanno utilizzato con la scusa di modellare l'argilla per iniziare i preliminari!
Insomma è quel macchinario che serve a realizzare forme di base tondeggiande, grazie allo sfruttamento della forza centrifuga attivata da un pendale... con due dischi più o meno grandi uno sta in basso e l'altro in alto serve proprio come piano sul quale modellare durante il movimento l'argilla.
Vi posso assicurare che ci si sporca abbastanza e questo è forse uno dei lati che mi infastidisce.
Dietro a questo prodotto c'è un aneddotto: l'ho realizzato a fine corso di ceramica artigianale regionale, con le mie sole mani.
In questo corso il tornio era previsto solo per pura conoscenza e non bastano di certo 9 mesi per poter realizzare un oggetto completamente in autonomia, contando che non possiedo un tornio in casa e che potevo esercitarmi tra una pause e l'altra dell'insegnante occupato nel suo lavoro.
Vi starete chiedendo quale sia l'aneddotto, un momento vado a spiegarvelo!
Durante il corso rimasi affascinata da questo strumento, un pò come il resto della corsiste e vedendo il modo in cui pazientemente mi sopportava Roberto, così si chiama il maestro, e prendendomi in giro dicevano che non sarei mai riuscita a imparare ad utilizzare questo strumento. Così mi hanno lanciato una sfida e certa che non ne sarei uscita sconfitta, con pazienza ho coltivato l'obbiettivo di realizzare entro la fine del corso un oggetto in tutte le fasi da sola.
Loro stupidamente si accontentavano, corrette dalle mani esperte di Roberto di ottenere subito un prodotto, io la pensavo diversamente.
Dovevo capire e imparare a farlo autonomamente.
Ricordo che lasciavo i lavori che ci assegnava il fratello, l'altro maestro, per andare a osservarlo mentre lavorava tra una chiacchera e l'altra.
Lui capiva che volevo imparare, e quando poteva mi faceva mettere al suo posto.
Io però dovevo fare a modo mio, non gli permettevo di mettere le sue mani per correggere la possibile forma, fermavo il tornio gli chiedevo di farmi vedere quale posizione esatta dovessero assumere le mie mani e poi facevo ripartire la macchina. Che uscisse un prodotto o meno l'importante che io avessi assimilato la postura giusta delle mani per non ripetere poi l'errore. Questo ovviamente innervosiva Roberto ma poi è stato contento quando ha notato che pian piano iniziavo ad apprendere le varie fasi.
Dopo le prime fasi di lavorazione siamo passati a costruire tal volta una forma come il piatto, oppure una ciottola ma il mio obbiettivo era realizzare la bottiglia, la più difficile!
A fine corso ci riuscì con mia immensa soddisfazione e sbigottimento delle mie colleghe!
Ora non posso dire che sono bravissima e so fare tutto, c'è una fase in particolare in cui mi devo esercitare bene ma saper realizzare un oggetto in piena autonomia, a detta anche di Roberto, è stato veramente un successo per il tempo che ho impiegato per riuscirci!
Occorrono anni di paziente esercizio per diventare dei tornitori professionisti, e io non lo sono affatto perchè il vero tornitore utilizza pochissima argilla e in breve tempo realizza una forma... e tanto di più, ma il primo passo per procedere autonomamente l'ho fatto!
Non possiedo un tornio ma quando potrò me ne comprerò uno e riprenderò ad esercitarmi e da tanto ormai che non ho quel contatto così diretto con l'argilla, anche se ogni volta è fastidioso sentirsi le mani e le braccia zuppe di questo materiale!

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