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venerdì 11 novembre 2016

Attegiamento positivo: un duro lavoro!

Penso che la strada verso il trovare l'atteggiamento positivo, il pensiero felice, la felicità dentro noi stessi sia molto relativo e personalizzato, ma bisogna predisporsi in modo aperto e propositivo, mettersi in discussione senza criticarci severamente o bonariamente, solo guardare, osservare, farsi domande, le cui risposte arriveranno nei modo più disparati, se si vuole ascoltare la risposta arriva...
Essere persone positive non ti rende immune dai sentimenti di sconforto, dal cadere giù, ma ti spinge ad accorciare il tempo in cui certi sentimenti, come ospiti senza preavviso albergano dentro di noi, per riprendere quello stato di consapevolezza che aiuta a procedere nelle varie incognite della vita. 
Che dire poi quando le persone "negative" o che assorbono la tua energia vitale sono proprio quelle che più ami, di certo non le puoi evitare, piuttosto dovremo apprendere a distaccarci, nel senso che non possiamo usare più energie di quelle che abbiamo ne per noi stessi ma tantomeno per sostituirci agli altri. Bisogna cercare di non farci annullare o contagiare dalle loro negatività, solo ricordiamo che ognuno di noi è nel suo personale cammino, e che nessuno è migliore o peggiore dell'altro...siamo al mondo per crescere ed apprendere



venerdì 8 aprile 2016

Comunicazione: che grande problema!

C'erano una volta due bambine, una si chiamava Rabbia, l'altra si chiamava Tristezza.
Erano due bimbe simili che insieme si divertivano tantissimo ma come tutti, ogni tanto litigavano e in quei frangenti emergevano le loro differenze. Rabbia diventava furiosa, dava tutte le colpe a Tristezza, le diceva che era cattiva, sbagliata, che doveva cambiare..poi la rabbia era così forte che aveva bisogno di  sparire. Tristezza rispondeva con grande impeto alle accuse di Rabbia, aveva una forte corazza di autoprotezione, ma non se la prendeva tanto per le cose che le aveva detto, sapeva che Rabbia le voleva molto bene e quello era il modo che aveva per esprimere quanto si sentisse ferita, delusa dal non poter soddisfare un determinato bisogno. Tristezza diventava triste perché Rabbia dopo aver scaricato tutte le colpe del litigio su di lei, la isolava dalla sua rabbia, sparendo, tagliandola fuori, ma soprattutto perché non riusciva a capire come mai Rabbia che le dimostrava sempre tanto affetto non le avesse mai chiesto perché reagiva in quel modo, come si sentisse dentro etc...
Ma Rabbia e Tristezza sono due bimbe intelligenti che si vogliono veramente bene e a furia di litigi, incomprensioni troveranno il loro personale e adatto modo di comunicazione diventando sempre più unite :)
La comunicazione che potrebbe essere un grande mezzo diventa spesso un grande problema, soprattutto quando manca la volontà di volersi capire, di volersi mettere in discussione quindi nei panni degli altri...si rimane ancorati nelle proprie posizioni, che si credono le uniche giuste e corrette e si evita così di capire le relative posizioni e motivazioni. E anziché avvicinarsi e arricchirsi di punti di vista differenti ci si allontana.
E poi ci sono le parole. Ma sono veramente le parole che fanno male? o sono le paure che le fanno emergere in superficie, che dolgono come nervi scoperti ?






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Buona lettura e buon divertimento!