Erano due bimbe simili che insieme si divertivano tantissimo ma come tutti, ogni tanto litigavano e in quei frangenti emergevano le loro differenze. Rabbia diventava furiosa, dava tutte le colpe a Tristezza, le diceva che era cattiva, sbagliata, che doveva cambiare..poi la rabbia era così forte che aveva bisogno di sparire. Tristezza rispondeva con grande impeto alle accuse di Rabbia, aveva una forte corazza di autoprotezione, ma non se la prendeva tanto per le cose che le aveva detto, sapeva che Rabbia le voleva molto bene e quello era il modo che aveva per esprimere quanto si sentisse ferita, delusa dal non poter soddisfare un determinato bisogno. Tristezza diventava triste perché Rabbia dopo aver scaricato tutte le colpe del litigio su di lei, la isolava dalla sua rabbia, sparendo, tagliandola fuori, ma soprattutto perché non riusciva a capire come mai Rabbia che le dimostrava sempre tanto affetto non le avesse mai chiesto perché reagiva in quel modo, come si sentisse dentro etc...
Ma Rabbia e Tristezza sono due bimbe intelligenti che si vogliono veramente bene e a furia di litigi, incomprensioni troveranno il loro personale e adatto modo di comunicazione diventando sempre più unite :)
La comunicazione che potrebbe essere un grande mezzo diventa spesso un grande problema, soprattutto quando manca la volontà di volersi capire, di volersi mettere in discussione quindi nei panni degli altri...si rimane ancorati nelle proprie posizioni, che si credono le uniche giuste e corrette e si evita così di capire le relative posizioni e motivazioni. E anziché avvicinarsi e arricchirsi di punti di vista differenti ci si allontana.
E poi ci sono le parole. Ma sono veramente le parole che fanno male? o sono le paure che le fanno emergere in superficie, che dolgono come nervi scoperti ?
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